di Chiara Benciolini
(Insegnante e autrice di narrativa per l’infanzia)
Irraggiungibili. Il titolo di questa raccolta di racconti vuole esprimere il legame sotterraneo tra essi, legame che si lascia scorgere da un lettore attento, ad di là delle evidenti differenze di genere letterario e di ambientazione nello spazio e nel tempo, legame che lo stesso Autore ci suggerisce nella sua introduzione.
Irraggiungibili. Tanti e diversi sono i motivi che rendono irraggiungibile un obiettivo. C’è chi non può raggiungere la meta perché non ne ha i mezzi materiali o interiori. E chi non riesce, nonostante impegno, tenacia e fatica, perché il traguardo è davvero troppo alto, troppo lontano, troppo profondo. C’è qualcuno che non arriva dove crede di volere perché in realtà non vuole, perché le motivazioni razionali sono distanti da quelle emotive, profonde, inconsce.
Irraggiungibile è, nell’ordinario, la capacità di dialogo tra persone dalle variopinte personalità, portatrici di storie in conflitto tra loro. Se, però, costrette nello spazio ristretto dell’Orient Express, si conoscono, si incontrano e si scontrano, il dialogo pur difficile diventa possibile. Una interessante descrizione dell’attuale vita sociale ampia quanto il mondo, ma dove le distanze sono minimizzate come in un viaggio sullo stesso treno.
Irraggiungibile, in “Nakba”, è il desiderio del protagonista di riuscire a salvare tutti: le indifese vittime di spregiudicati assetati di denaro e potere, chi si prende cura di loro, il collaboratore, la donna che inaspettatamente decide di aiutarlo e anche se stesso e la sua scelta di vita. Occorre lasciare andare questa pretesa di farsi salvatore del mondo per riuscire a raggiungere l’obiettivo più importante e urgente, anche se non combacia con il proprio desiderio.
Irraggiungibile sembra per Bernard la scelta tra la vita e la morte, tra il fascino irresistibile e illusorio di un amore ideale e perfetto per Razon e l’incompletezza, la concretezza, la fatica dell’amore reale con tutti i suoi limiti e ostacoli. Dilemma di tanti di fronte a ogni scelta che chiede di individuare il meglio e, per esso, di lasciare il resto.
Irraggiungibile è l’amata del professor Kant che ogni mattina, in sogno, sceglie un altro invece di lui, segnando così irrimediabilmente il futuro del grande filosofo inventore di un sistema di pensiero talmente razionale da travolgerne anche la vita affettiva e relazionale grazie a «quei fogli vergati di giudizi che hanno influito sulle vostre vite per tutti gli anni a venire».
Si scopre in “Bruce” che per ritrovare il proprio equilibrio, per raggiungere un nuovo equilibrio, il protagonista è sottoposto a un duro allenamento di perdita dell’equilibrio fisico e corporeo, emotivo ed affettivo.
«È dai confini che puoi guardarti indietro e contemplare in tutta la sua interezza il territorio. È negli estremi che riesci a relativizzare tutto ciò che è superficiale e banale e concentrarti sull’essenziale».
E per Dimitri, dal significativo soprannome di “Houdini” il mago della fuga, «è quello che non riesci a raggiungere che ti forgia, non quello che arrivi a possedere».
Davanti all’irraggiungibile, la fuga può rappresentare l’unica strada al punto che i due protagonisti decidono di rendersi essi stessi irraggiungibili per tutti quelli che hanno incrociato la loro vita fino a quel momento.
Come scrive l’Autore: «quella dei “traguardi irraggiungibili” è una dimensione fondamentale della vita. Anzi secondo me è “la” dimensione fondamentale della vita. È la vita stessa. La pretesa di questa raccolta di racconti è descrivere la vita come il continuo volo della freccia verso un bersaglio che non raggiungerà mai. La vita è fatta di destinazioni a cui ci si avvicina, a volte anche di molto, ma sempre irraggiungibili, mai pienamente conquistabili; di distanze mai pienamente colmabili; di finalità mai pienamente conseguibili».
È la vita fatta così, afferma l’Autore: ogni volta che ti avvicini al bersaglio, quello si sposta zigzagando qua e là e la tua freccia non può che mancarlo. Così l’esistenza appare come un incompiuto, un irrealizzato, un irraggiungibile, appunto. È l’esperienza di Dick nel racconto “Il circo”: il progetto di salvezza minuziosamente coltivato dal protagonista si infrange sulle scelte altrui rendendo irraggiungibile la sua realizzazione e portando con sé delusione, dolore e amarezza.
C’è, però, anche un’altra prospettiva: gli obiettivi si riescono a raggiungere, ma sono sempre parziali, appena ne traguardi uno, ne scorgi di nuovi, come in una gara di salto in alto l’asticella continua ad alzarsi per rendere significativa, valida e perfino divertente la prova. Che gusto ci sarebbe a vincere e fermarsi?
Il protagonista di “Orient Express”, Ludwig, parte combattuto per un viaggio forse inopportuno. Mentre si avvicina a Brașov, la meta si allontana sempre più, come in una linea numerica che si infittisce di tutte le quantità intermedie. Le storie dei personaggi che incrocia e la lettura teologico-filosofica delle loro personalità, i luoghi che scorrono dai finestrini, gli eventi che si susseguono … tutto concorre a questo allontanamento. E nella decisione finale del tutto aperta, Ludwig appare più consapevole e ricco di prospettive sulla vita, mentre anche i suoi compagni di viaggio evolvono verso un futuro capovolto che «affrancandoli dai loro vizi, trae fuori il meglio dal loro cuore».
Irraggiungibile allora è un’esistenza compiuta, una vita piena e appagata: è questo per molti, probabilmente per tutti, il bersaglio da colpire quando ogni giorno si scocca la propria freccia. Ma se è là che è necessario mirare, arrivarci significherebbe concludere la vita, morire quindi. Finché si è vivi c’è sempre un nuovo punto di arrivo, c’è sempre un nuovo record da superare con se stessi. «La speranza è proprio la continua corsa verso la pienezza. E la speranza non si abbatte se la meta non è mai raggiunta».
Questo è il senso dell’esistenza e dell’esistere. Si cresce lungo tutto il corso della vita, di una vita che oggi è mediamente molto lunga e obbliga a diversi e notevoli cambiamenti: chi non raccoglie la sfida dell’imparare lungo tutto il corso della vita, manca certamente il bersaglio.
Perché, come conclude Ludwig: «da ultimo ho capito che l’amore non è quello che possediamo, ma quello che ci manca». Si conquista, si possiede, si raggiunge l’amore? L’amore si riceve e si dà, ma non si trattiene. L’amore non è mai compiuto ed è così che muove la vita.
P.S. La raccolta si conclude con il racconto “Il nodo della povertà”, che prosegue, ma non conclude, il primo romanzo dell’Autore, “La paglia e il grano”. È proprio irraggiungibile un lieto fine per la simpatica e frizzante coppia Antonello e Abella?